Le parole sono pietre. Conoscenza, tutela e valorizzazione di rovine urbane. La necropoli di Cagliari punica e romana a Tuvixeddu

Autori

  • Giovanna Pietra

Parole chiave:

Cagliari, Tuvixeddu, necropoli, conoscenza, tutela, conservazione, valorizzazione, necropolis, knowledge, safeguard, conservation, valorisation

Abstract

Tuvixeddu è un luogo irto di ostacoli. Sul “colle dei piccoli buchi" è facile inciampare e cadere (e
non solo metaforicamente). L’attenzione, un po’ morbosa, riservata a ciò che si presume perduto anziché a
ciò che è rimasto, a ciò che si poteva fare anziché a ciò che è stato fatto, ha determinato una misconoscenza
che va poco oltre la retorica della “più grande necropoli del Mediterraneo”. E, anzi, alimenta la percezione di
Tuvixeddu come entità astratta, i cui caratteri archeologici e storici [ sempre più precisi con il continuo
incremento dei dati editi [ restano sullo sfondo delle travagliate vicende legate alla sua tutela e valorizzazione,
“area archeologica” [ quasi [ perduta (?) per sentito dire, abbandonata (?) per sentito dire, un “giardino
condominiale”, un episodio isolato e sconnesso, chiuso in sé, ritagliato da confini geografici che non tengono
pienamente conto del suo essere uno spazio della città, o di quella porzione di territorio che da un certo momento,
e senza soluzione di continuità, in poi sarà città, che con essa vive e si trasforma.
Non ho potuto sottrarmi alla ricchezza di spunti, anche metodologici e deontologici, per proporre, qui, alcune
osservazioni sulla conoscenza di Tuvixeddu, sui modi della sua restituzione e sul loro riverberarsi nel comune sentire.

Tuvixeddu is strewn with obstacles. It is indeed easy to stumble and fall (not only metaphorically)
on this “hill with the small holes”. The, somewhat obsessive, focus on what was lost instead of on what is
present, on what could be done instead of on what has been done, has led to misconceptions that barely
allow to transcend the "largest necropolis of the Mediterranean" rhetoric. This feeds the, not uncommon belief
in popular imagination that see Tuvixeddu as an abstract concept whose pertinent and current [ archaeological
and historical – characteristics somehow pale in comparison to the debated themes of its protection
and promotion: the studies conducted and published give way to hearsay and second-hand information regarding
its supposed loss (?) or abandon (?). Tuvixeddu is seen as something isolated and disconnected, a
"common" garden enclosed in itself and isolated by geographical barriers that separate it from the very city
to which it belongs; a perspective that forgets that Tuvixeddu has always been an integral part of its continuously
changing (once rural, now urban) territory.
In light of the many methodological and ethical cues, I can't help but share my observations and suggestions
regarding the site, its understanding, its safeguard, its recovery and the effects these actions could have on
how Tuvixeddu is perceived.

Pubblicato

2017-12-31

Fascicolo

Sezione

Articoli